giovedì 8 settembre 2011

Libertà per Julija Tymoshenko. Italia ed UE difendano la Democrazia in Ucraina ed Europa.

Al Presidente del Parlamento Europeo, Jerzy Buzek,
Al Presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso,
Al Presidente della Repubblica Italiana, On. Giorgio Napolitano,
Al Presidente del Senato della Repubblica Italiana, On. Renato Schifani,
Al Presidente della Camera dei Deputati, On. Gianfranco Fini,
Al Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, On. Mario Monti,
Al Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Italiana, On. Giulio Terzi,
Onorevoli Autorità,

Lo scorso venerdì, 5 agosto, a Kyiv è stata arrestata la Leader dell'Opposizione Democratica ucraina, Julija Tymoshenko. Nota anche all'opinione pubblica italiana per il suo fondamentale ruolo nella Rivoluzione Arancione – rivolta non violenta che ha permesso all'Ucraina un periodo di democrazia e libertà di cinque anni –, Tymoshenko, ex-Primo Ministro, è processata con l'accusa di gestione fraudolenta del bilancio statale per 1,5 miliardi di Hryvnje, e di abuso d'ufficio nel corso delle trattative per il rinnovo delle Forniture di gas del gennaio 2009, con l'allora suo collega Russo, Vladimir Putin.

Prima del procedimento, la Leader dell'Opposizione Democratica è stata sottoposta al confino nella capitale, che le ha impedito a più riprese non solo l'attività politica in patria, ma anche la presenza ad importanti vertici internazionali, quali l'Assemblea del Consiglio d'Europa, il Forum della Democrazia di Vilna, e diversi summit del Partito Popolare Europeo – a cui era stata invitata anche dal Presidente del Parlamento UE, Jerzy Buzek.

Ora, mentre ancora è in attesa di giudizio, Julija Tymoshenko rimane reclusa in isolamento, impossibilitata a ricevere visite sia dai suoi avvocati difensori – fondamentali per la Preparazione delle udienze del Processo, convocate a cadenza quasi giornaliera – sia dai suoi medici di fiducia, nonostante le precarie condizioni di salute.

Come documentato dal corrispondente de Il Legno Storto – unico media italiano presente alle sedute salienti del processo – e dalle più autorevoli agenzie internazionali, Julija Tymoshenko è fisicamente e spiritualmente indebolita, e seriamente malata. Sottoposta ad un processo dalla dubbia imparzialità e dai risvolti evidentemente politici, si trova giornalmente a confronto con un giudice e un'accusa che non ne rispettano i diritti fondamentali. Eppure le imputazioni a suo carico sono state smentite persino dalla maggior parte dei testimoni, anche da quelli convocati dalla Pubblica Accusa.

Dal momento della presa del potere nel febbraio 2010 da parte dell'attuale Presidente Viktor Janukovych, l'Ucraina ha registrato un pesante regresso della democrazia, con elezioni locali dalla dubbia regolarità, pressioni sui giornalisti e media indipendenti, e con una decina di esponenti dell'Opposizione Democratica indagati, processati, e addirittura messi agli arresti senza valide motivazioni e senza giudizio. Fra loro, oltre a Julija Tymoshenko, c'è l'ex-Ministro degli Interni, Jurij Lucenko, detenuto in isolamento dallo scorso 26 dicembre, seppur non condannato da alcuna sentenza.

Alla luce di tale situazione noi esprimiamo estrema preoccupazione per quella che è una persecuzione politica, in atto in un Paese che si appresta a siglare con l'Unione Europea un fondamentale Accordo di Associazione, e dal quale molte persone sono giunte in Italia per lavorare e contribuire alla nostra crescita.
Intendiamo farlo anche in seguito all'invito espressamente rivolto al Premier italiano, Silvio Berlusconi, da parte dell'ex-Ministro degli Esteri ucraino, Borys Tarasjuk: politico assai stimato in Europa, che ha approfittato della presenza al processo de Il Legno Storto proprio per invitare l’Italia e l’Europa ad un gesto pubblico in sostegno della Leader dell'Opposizione Democratica, sopratutto alla luce della comune appartenenza al Partito Popolare Europeo che lega Julija Tymoshenko alla maggior parte dei Capi di Stato e di Governo dell’Unione Europea.

Per questa ragione, per un'Italia che davvero si faccia paladina della libertà e della democrazia nel mondo, anche noi invitiamo Berlusconi ed i suoi colleghi europei ad ascoltare l'appello di Tarasjuk, ed adottare ogni misura che possa indurre il Presidente ucraino, Viktor Janukovych, a operare perché si garantisca, a Julija Tymoshenko e agli altri esponenti del movimento Arancione perseguiti, un processo davvero giusto, e civile – europeo insomma –  e non un cupo e liberticida cerimoniale repressivo, che, come osserva Freedom House, riporta tra i Paesi non-liberi uno Stato europeo a noi molto vicino per cultura, tradizioni, e legami umani.

Siamo consapevoli che condanne a quello che viene definito un processo politico, ed inviti a cessare la repressione ai danni dei politici del dissenso ucraino, sono pervenute da Parlamento Europeo, Consiglio d'Europa, Dipartimento di Stato USA, NATO, da Rappresentanze Diplomatiche di altri tra i più importanti Paesi del Mondo Libero – tra le quali quelle di Gran Bretagna, Canada, Francia, Germania, Polonia, Australia, Repubblica Ceca, Svezia, ed Austria –,  dalla Federazione Russa, dalle più autorevoli ONG internazionali, ed anche dal Ministero degli Esteri italiano. Tuttavia, chiediamo un gesto più incisivo che provenga da parte di Leader occidentali, che governano Paesi in cui Democrazia e e Libertà sono principi fondanti.

In Fede,

Per aderire, mail a tymoshenkolibera@gmail.com

Primi Firmatari

Marco Cavallotti - giornalista
Matteo Cazzulani - giornalista free lance
Massimiliano Di Pasquale - giornalista e saggista
Oksana Pakhlovs'ka - professore di lingua e letteratura Ucraina, Università la Sapienza, Roma

Bianca Valota - professore emerito di storia del'europa orientale, presidente onorario del comitato internazionale di studi slavi del Cish

Firmatari

Giulia Lami - Professore Ordinario di storia dei Paesi Slavi, Università degli Studi di Milano
Strick Livers - docente di storia contemporanea, Milano
Dino Cofrancesco - Professore universitario
Ottimo Antonello
Caterina Simiand
Maria Elena Pierini
Nicola Vono
Blanca Briceno
Bruno Mellano - Segreteria Nazionale Radicali Italiani
Igor Boni
Maryna But - cameriera
Giovanni Salvarani
Oriana Baroncelli
Emanuela Risso - libera professionista
Maryana Dmytryshyn
Marco Del Ciello - studente
Matteo Tacconi - giornalista
Fabrizio orsini - libero professionista
Silvia Damiani
Achille Ghidoni - professore universitario
Federico Barbarossa - docente
Claudio Angelucci - chimico
Filippo Guglielmetti
Carlo Casagni - amministratore
Silvio Trovato
Salvatore Cigana - imprenditore
Marino Brini - pensionato
Giovanni Stefanelli - libero professionista
Federico Muraro - commerciante
Enrico Labriola
Alessandro Noli
Massimo Balzano
Andrea Massaro - pensionato
Bartolomeo Di Monaco - direttore di banca e scrittore
Tiziano Venti - studente
Domenico Tanto - tributarista
Alessandro Zucchelli - libero professionista
Crippa Alessandro - impiegato
Nando Dalla Chiesa - profesore universitario e scrittore
Angelo Pignatelli - generale dei carabinieri in pensione
Rodolfo Guarnieri - giornalista
Tina Gerla
Ugo Finetti - giornalista
Carla Davoli - medico
Paolo Ponzano - consulente privacy
Larysa Fedorenko - studentessa
Euro Solari
Albert G. Zannoni - imprenditore, USA
Alessandro Zunino - studente
Giovanni Villani
Aldo Botto - impiegato
Francesco Di Ciano - studente
Claudio Saragozza - responsabile logistico
Vito Foschi - ingegnere
Alfio Mauro
Gabriele Papalia
Chiara Campani
Alessandro Zanardi - presidente associazione culturale "Il Baniano"
Gian Luigi Forti - matematico
Carlo Valli
Mauro Del Beato - artigiano
Luca Storoni - operaio
Francesca Dalmasso - studentessa
Tommaso Meani - studente
Pasquale Ilaria - pensionato
Deborah Faith - giornalista, Israele
Michele Bondesan - traduttore
Ezio Scaramuzzino - docente
Giacomo Mucci
Oreste Martini - pensionato
Federico Falconi Nocentini
Roberto Ponti - missionario in RDC
Ornella Maria Trojani - pensionata
Fernando Iezzi - tecnico ENI
Giovanni Alvaro - blogger
Gloria Orsini - studentessa
Giancarlo Mostachetti - pensionato, Brasile
Franco Bissolo - impiegato tecnico
Carlo Biagioli
Lorenzo Matteoli - professore universitario, Australia
Roberto Stefanelli - direttore generale, Cina
Domenico Borelli - consulente aziendale
Aldo Cecchetti - pensionato
Patrizia Pavanelli - impiegata
Tommaso Zanca - studente
Vincenzo Porcu
Roberto C. Sonaglia - giornalista
Marco Bracci - analista programmatore
Roberto Vaccarini - impiegato
Cristian Keller - impiegato
Maria Grazia Marinello - regista
Giorgio Pozzi- notaio
Losito Giuseppe - libero professionista
Robert Hansen - albergatore Norvegia
Loris Da Poian
Giorgio Benussi - pensionato
Giorgio Sanpellegrini - imprenditore
Giovanna Cairella
Roberto Martini
Nicolino Corrado - funzionario
Gianpiero Pallotta - pensionato, Australia
Giovanni Battista Nale
Enrico Semeria
Paolo Coduri de'Cartosio - imprenditore
Luigi Starita - dottore commercialista
Franz Pennaroli - blogger
Maria Grazia Rocchi - pensionata
Francesco Martin
Paolo Merolla - medico
Carlo Biagioli - ricercatore
Giovanni Bartolozzi - presidente associazioni combattentistiche
Nicolò Vergata - dirigente in pensione
Alessandro Tagliabue - libero profesionista
Angelo Cagnolati - agente di commercio, compositore e cantante
Michele Cagnolati - studente
Giuseppe Mirisciotti - funzionario
Nicodemo Guerrieri - agente di polizia
Jolanda Maria Romagnoli Koci - casalinga
Gianantonio Calderara
Sandro Pretolani - medico veterinario
Vittorio Bellomo - giornalista pubblicista
Matteo Veronesi - insegnante e ricercatore
Emanuele Bianchi
Maria Angela Messina - dirigente scolastico in pensione
Sebastiano Saia - professore e consulente finanziario
Vito Schepisi
Cesare Conti
Simone Ronchi - studente
Fulvio Lardaro - imprenditore
Ugo Lenzi
Adolfo Fiorino
Loris da Poian
Fabio Rattazzo, disoccupato







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